Nell’ambito del territorio imolese, sono stati definiti alcuni soggetti, chiamati ANTENNE, i quali, mediante l’ascolto e la relazione con la cittadinanza, raccolgono ed individuano i bisogni sociali espressi .
Attualmente questi sono:
· Sindacato SPI, referente Franca Farolfi
· Dott.re Maurizio Suzzi
· Conad Pedagna
· Conad centro, responsabile Umberto Loreti
· Farmacia Pedagna, responsabile Dott.ssa Cinzia Ricci
· Forum Pedagna, referente Lavinia Lo Scalzo
· Centro Sociale Tozzona, referente Bruna Guerreschi
· Ospedale Nuovo, Ass. Sociale Giovanna Campomori
· Comune di Imola, referente Roberta Olivato
· URP Ospedale Vecchio, Dott.ssa Padovani Antonella
Ad esse si aggiungeranno:
Centro sociale Zolino, responsabile Bruno Capra
Centro Sociale Campanella
Forum Tre Monti Zello, presidente Lamberto Lanzoni
Il Centro di ascolto Epic’entro ha una funzione di coordinamento fra le antenne.
Questi sono i bisogni recentemente individuati:
Sindacato SPI referente Franca Farolfi: riferisce dei disagi connessi al problema dell’immigrazione, problemi che riguardano la popolazione immigrata ma anche i cittadini imolesi. Cita infatti i disagi dei primi, dovuti alla non conoscenza della lingua italiana, la disoccupazione, i problemi economici e la mancanza di informazioni sui servizi sanitari. Fra le problematiche riscontrate all’interno della popolazione imolese, emerge la paura della delinquenza, spesso connessa al fenomeno dell’immigrazione e la mancanza di sicurezza, dovuta anche a un sentimento di sfiducia nei confronti delle forze dell’ordine. Non potendo partecipare all’incontro del 17 gennaio, l’operatrice Valentina Mazzanti incontrerà la signora Farolfi lunedì 14 gennaio alle ore 16:00.
Dott.re Maurizio Suzzi: fra i pazienti del medico, molti sono anziani che vivono soli e che, oltre ai normali problemi propri dell’età, vivono una situazione di depressione o di avvilimento personale, che i pazienti stessi preferiscono chiamare “tristezza” o “momento in cui mi sento giù di morale”, in quanto cercano di sminuire i sentimenti e gli stati d’animo che provoca la solitudine. Il Dottor Suzzi evidenzia dunque due bisogni importanti: la solitudine della persona anziana e la resistenza, da parte dell’anziano, nel parlare di questo disagio e di esprimere il proprio stato d’animo o una richiesta di aiuto.
Conad Pedagna: brevi e fugaci sono gli incontri fra dipendenti Conad e la clientela, tanto che è difficile poter osservare problematiche o bisogni specifici vissuti dalla popolazione del quartiere: per tale motivo, la documentazione lasciata a tutte le antenne, è messa ben in vista all’interno dell’esercizio commerciale affinché possa da tutti essere visionata. Ciò che però è ben facile riscontrare è una situazione di difficoltà economica che coinvolgono persone e famiglie appartenenti ad ogni classe sociale, che porta i singoli ad orientarsi sempre più verso prodotti scontati o a basso costo.
Conad Centro, responsabile Umberto Loreti: all’interno dell’esercizio commerciale non emergono tanto bisogni sanitari o sociali, quanto piuttosto il problema della povertà economica, situazione che caratterizza giovani italiani che vivono soli. Questi, infatti, richiedono spesso, al banco del supermercato, che vengano fatte loro piccole porzioni (di carne, verdure, affettati) per poter spendere meno. Il direttore del supermercato afferma che sono meno evidenti i problemi economici degli anziani soli o degli extracomunitari, dal momento che la clientela del supermercato si compone soprattutto di persone giovani e italiane. Il Sig.re Loreti esprime dunque la possibilità e la necessità di avviare progetti, come quella dei buoni spesa per le famiglie più indigenti (esperienza avviata con Caritas), in collaborazione con altri supermercati Conad.
Farmacia Pedagna, responsabile Dott.ssa Cinzia Ricci: la dottoressa esprime un suo disagio, dovuto al fatto che, spesso, alla farmacia, si rivolgono persone anziane sole che, dietro un problema di tipo sanitario (al quale loro sanno rispondere) spesso si cela il bisogno di relazione e di ascolto espresso dall’utenza in questione, bisogno a cui loro non sono in grado di rispondere. La dottoressa evidenzia dunque il problema della solitudine degli anziani e viene rassicurata sul fatto che tale sua osservazione verrà presa in seria considerazione.
Centro Sociale Tozzona, referente Bruna Guerreschi: riferisce il problema degli atti vandalici messi in atto da compagnie di giovani (che definisce “giovani di strada”) azioni che portano al deturpamento e danneggiamento di strutture e di aree verdi. Hai danni materiali, si aggiunge un senso di timore nei confronti di questi giovani e del loro atteggiamento aggressivo (sentimento condiviso non solo da anziani, ma anche da persone appartenenti a diverse fasce di età e di condizione sociale differente).
Ospedale Nuovo, Assistente Sociale Giovanna Campomori: il problema imminente, a cui è necessario dare una risposta, è quello dei senza tetto italiani. Spesso, infatti, è stata contatta dal Pronto Soccorso per risolvere il disagio di chi, non avendo un tetto, si reca in tale servizio chiedendovi di poter trascorrere la notte. E’ necessario sensibilizzare l’opinione pubblica, stimolando la discussione su tale problema, al fine di elaborare interventi indirizzati a risolvere questo bisogno sempre più rilevante.
Forum Pedagna referente Lavinia Lo Scalzo: viene riferito il problema dei giovani di strada, ovvero quei ragazzi che non hanno punti di ritrovo presso i centri giovanili dei centri sociali o che sono coinvolti all’interno di associazioni sportive o di carattere ricreativo, ma che trascorrono il tempo libero in giro per le strade del quartiere o presso punti di ritrovo comunque all’aperto. Spesso, questi ragazzi, sono protagonisti di atti vandalici o mettono in atto comportamenti che infrangono le regole del quieto vivere, recando disturbo alla popolazione del quartiere. Emerge anche una mancanza di relazione o, in alcuni casi, anche vere e proprie situazioni di intolleranza fra giovani e anziani. Informo la signora Lo Scalzo dei contatti che stiamo prendendo per organizzare l’attività della pallastrada, sottolineando lo scopo che si vuole raggiungere e le modalità di intervento. Per quanto riguarda le ultime, informo del fatto che, è nostra intenzione, prendere i contatti con i capi scout delle associazione dislocate in diversi quartieri imolesi, al fine di informare i ragazzi di cosa si vuole realizzare ed avere la loro adesione. Si chiederà poi ai ragazzi di diffondere la notizia ai loro coetanei e conoscenti, nei luoghi da loro frequentati. In tale modo, riusciremo a coinvolgere anche i così detti ragazzi di strada, che rifuggono dai centri giovanili e dalle associazioni, che cercano di preparare attività strutturate per il loro tempo libero. Verranno poi informati i ragazzi dell’esistenza del blog di Quartieri Solidali, nel quale potranno trovare informazioni su come partecipare a tale attività, sulle date e orari degli allenamenti…Si pensa che la pubblicazione di tali informazioni sul web possa non solo garantire una maggiore diffusione dell’evento, ma renderlo anche più appetibile, dato l’intertesse provato dai ragazzi verso tutto ciò che è informatizzato. Lavinia Lo Scalzo approva tale nostra intenzione, sottolineando che vi è una diffusa crisi della partecipazione dei giovani ai centri giovanili, proprio perché, oggi, i ragazzi, non amano più dedicarsi ad attività strutturate, come quelle che vengono realizzate in tali centri. Condivide anche il valore e l’importanza che può avere il passaparola fra i giovani, riconoscendola come utile strategia per coinvolgere al gioco della pallastrada anche i ragazzi più diffidenti verso attività strutturate.
URP Ospedale Vecchio, Dott.ssa Antonella Padovani: emerge la difficoltà di supportare la rete dei care-giver, composta soprattutto da donne adulte, con una famiglia da seguire e un lavoro, che assistono i genitori anziani a casa. Molto spesso, i famigliari di anziani affetti da demenza, provano vergogna nel rivolgersi ai servizi per avere un aiuto finalizzato ad alleviare il carico assistenziale, perciò cercano di fare tutto da soli, accumulando stanchezza e frustrazioni che poi scaricano sugli operatori dei servizi sanitari con cui si confrontano. Altri famigliari provano un senso di colpa quando invece richiedono aiuto: per entrambi i casi, emerge la necessità di garantire un supporto psicologico e di stipulare una collaborazione famigliare-professionista nella cura dell’anziano malato che vive a casa.
Altro problema manifestato è quello della mancanza delle regole di convivenza all’interno delle strutture sanitarie, situazione che viene rilevata da un questionario somministrato ai pazienti in ospedale. Da parte di questi, emerge infatti un malcontento per la non osservanza, da parte degli stessi parenti dei degenti, delle regole basilari della buona convivenza (esempio, parlare a voce bassa, non sostare sui corridoi…). La Dottoressa pensa che, questa situazione, analizzata in un contesto piccolo, possa anche essere proiettata a livello macro all’intera società, all’interno del quale sono state violate le regole del buon senso e della buona convivenza fra i cittadini.
Comune di Imola, referente Roberta Olivato: assai rilevante è il problema della solitudine degli anziani e di come possono impiegare il loro tempo libero. Emerge dunque la necessità di promuovere interventi di socializzazione e di strutturare attività per coinvolgerli, ma è ancora più importante riuscire a divulgare le informazioni in modo tale che, le persone interessate, possano poi arrivare a conoscere l’esistenza di queste azioni per loro realizzate. Ciò risulta assai difficile se si tiene in considerazione il fatto che, molto spesso, gli anziani soli escono poco di casa e non hanno modo di conoscere ed informarsi sulle attività per la terza età che vengono promosse nella città di Imola. Non emerge niente da rilevare dal confronto avuto con le associazioni.
Le antenne e gli operatori del Centro di Ascolto Epic’entro si incontreranno giovedì 17 gennaio alle ore 20.30 presso il Centro, ubicato in via Manfredi 4/a ad Imola.
venerdì 11 gennaio 2008
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